Circus Maximus: Chariot Wars

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Circus Maximus: Chariot Wars
videogioco
PiattaformaPlayStation 2, Xbox
Data di pubblicazioneXbox:
24 febbraio 2002
Zona PAL 28 giugno 2002

PlayStation 2:
Zona PAL 5 luglio 2002

GenereSimulatore di guida
TemaAntica Roma
OrigineStati Uniti
SviluppoKodiak Interactive
PubblicazioneEncore, Inc. (Nord America), THQ (Europa)
Fascia di etàESRBT

Circus Maximus: Chariot Wars è un videogioco ambientato nell'antica Roma con corse di carri. I giocatori competono contro altri carri, ognuno con un cavallo e un gladiatore, e competono in gare pericolose in cui i giocatori usano il proprio gladiatore per combattere gli altri fino alla morte.

Modalità di gioco

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Il gioco comprende tre modalità, ovvero Impero, Torneo e Accademia. Tra le squadre presenti troviamo quella africana, quella romana, quella greca, quella amazzone, quella germanica, quella egiziana, quella dei gladiatori, quella di Scorpius e Minotaur e quella di Sallus e Agrippa, mentre tra i circuiti presenti troviamo Cipro, la Britannia, la Germania, la città di Alessandria e il Circo Massimo. Inoltre, durante la selezione della squadra, è possibile scegliere i cavalli, il carro, l'auriga e il gladiatore, tutti componenti del giocatore, ognuno con i propri attributi. Durante la gara, il gladiatore può attaccare gli altri carri per danneggiarli. Una volta distrutto, il carro viene ricostruito, ma perde tutta la sua velocità.

Valutazioni professionali
Testata Versione Giudizio
Metacritic (media al 30-01-2020) Xbox 67/100[1]
AllGame Xbox [2]
EGM Xbox 3/10[3]
Game Informer Xbox 6/10[4]
Game Revolution Xbox C[5]
GamePro Xbox [6]
GameSpot Xbox 6.2/10[7]
GameSpy Xbox 76%[8]
GameZone Xbox 7.5/10[9]
IGN Xbox 3.8/10[10]
OXM Xbox 6.5/10[11]
Playboy Xbox 70%[12]
The Cincinnati Enquirer Xbox [13]

La versione Xbox ha ricevuto un'accoglienza "mista" stando alle recensioni aggregate sul sito web Metacritic.[1] Per la maggior parte, la critica ne ha apprezzato il tema originale di corse sui carri combinate ai combattimenti tra gladiatori in un colpo solo,[14] ma ne ha criticato i controlli difficili da imparare.

  1. ^ a b (EN) Circus Maximus: Chariot Wars for Xbox Reviews, su Metacritic. URL consultato il 10 febbraio 2017.
  2. ^ (EN) Scott Alan Marriott, Circus Maximus: Chariot Wars (Xbox) - Review, su allgame.com, AllGame. URL consultato il 10 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2014).
  3. ^ (EN) EGM staff, Circus Maximus: Chariot Wars (Xbox), in Electronic Gaming Monthly, n. 153, aprile 2002, p. 141.
  4. ^ (EN) Circus Maximus: Chariot Wars (Xbox), in Game Informer, n. 108, aprile 2002, p. 83.
  5. ^ (EN) A. A. White, Circus Maximus [Chariot Wars] Review, su gamerevolution.com, Game Revolution, marzo 2002. URL consultato il 10 febbraio 2017.
  6. ^ (EN) Four-Eyed Dragon, Circus Maximus [Chariot Wars] Review for Xbox on GamePro.com, in GamePro, 4 marzo 2002. URL consultato il 10 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2005).
  7. ^ (EN) Ryan Davis, Circus Maximus [Chariot Wars] Review (Xbox), su GameSpot, 1º marzo 2002. URL consultato il 10 febbraio 2017.
  8. ^ (EN) William Harms, Circus Maximus: Chariot Wars (Xbox), su gamespy.com, GameSpy, 9 marzo 2002. URL consultato il 10 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2002).
  9. ^ (EN) Louis Bedigian, Circus Maximus: Chariot Wars Review on Xbox, su xbox.gamezone.com, GameZone, 12 marzo 2002. URL consultato il 10 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2005).
  10. ^ (EN) Hilary Goldstein, Circus Maximus [Chariot Wars] (Xbox), su IGN, 26 febbraio 2002. URL consultato il 10 febbraio 2017.
  11. ^ (EN) Circus Maximus: Chariot Wars, in Official Xbox Magazine, aprile 2002, p. 84.
  12. ^ (EN) Circus Maximus [Chariot Wars] (Xbox), in Playboy, 2002.
  13. ^ (EN) Steven Kent, Xbox titles zoom into overdrive, in The Cincinnati Enquirer, 2 aprile 2002. URL consultato il 10 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2008).
  14. ^ (EN) Alex Porter, Circus Maximus [Chariot Wars] (Xbox), in Maxim, 1º marzo 2002. URL consultato il 10 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2002).

Collegamenti esterni

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