Dexter Fletcher

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Dexter Fletcher nel 2019

Dexter Fletcher (Londra, 31 gennaio 1966) è un attore e regista britannico.

Ha alle spalle una carriera come attore bambino, avendo iniziato fin da giovanissimo a recitare in film come Piccoli gangsters, Quel lungo venerdì santo e The Elephant Man. Come attore adulto, è noto principalmente per i suoi ruoli nella serie televisiva Press Gang, nel film Lock & Stock - Pazzi scatenati e nella miniserie televisiva Band of Brothers, mentre, come regista, dirige i grandi e pluripremiati successi cinematografici, tutti biopic di pop star come Freddie Mercury ed Elton John: Bohemian Rhapsody e Rocketman.

Nato a Enfield, Londra, studia recitazione presso la Anna Scher Theatre School dall'età di sei anni.[1][2] A nove anni esordisce sul grande schermo, interpretando Baby Face nel musical di Alan Parker Piccoli gangsters. Come attore bambino, Fletcher recita in numerose produzioni britanniche di successo tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta, tra cui Quel lungo venerdì santo, I miserabili e The Elephant Man.[3]

A sedici anni si unisce alla Royal Shakespeare Company,[2] mentre, partire dal 1989, ricopre il ruolo principale dell'adolescente ribelle James "Spike" Thomson nella serie televisiva Press Gang, durata quattro stagioni; il ruolo di Spike lo rende molto famoso in patria, tanto da venire spesso identificato dal pubblico inglese da lì in poi come un attore americano a causa dell'accento utilizzato nella serie.[2][4] Al cinema recita al fianco di Al Pacino, Donald Sutherland e Nastassja Kinski in Revolution e in Caravaggio di Derek Jarman.

Nella prima metà degli anni novanta, tuttavia, la vita e la carriera di Fletcher subiscono un profondo tracollo a causa dell'alcolismo e dipendenza da droghe sviluppate dall'attore, aggravate da numerosi debiti e problemi finanziari.[2][5] Dopo la cancellazione di Press Gang, Fletcher si ritrova pressoché privo di ingaggi per diversi anni e nel 1996, disoccupato e in debito di oltre 90.000 sterline, dichiara bancarotta e si ritrova a vivere per un periodo nella propria automobile.[2][6] L'attore ha definito quel periodo come "il mio punto più basso" e ha dato credito alla moglie Dalia Ibelhauptaitė e all'amico Alan Rickman per averlo sostenuto lungo il percorso di recupero.[2][5]

Verso la fine del decennio torna a ottenere ruoli per il cinema con Jude di Michael Winterbottom, la commedia L'uomo che sapeva troppo poco, Lock & Stock - Pazzi scatenati di Guy Ritchie e Topsy-Turvy - Sotto-sopra di Mike Leigh.[2] Nel 2001 è tra i protagonisti della miniserie TV Band of Brothers - Fratelli al fronte, prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks.[1]

Nel 2011 esordisce come regista e sceneggiatore col poliziesco Wild Bill, che gli vale una candidatura ai premi BAFTA per il miglior esordio.[7] Fletcher prosegue quindi la sua nuova carriera registica con Sunshine on Leith (2013), un musical ispirato alle canzoni dei Proclaimers, ed Eddie the Eagle - Il coraggio della follia (2016), su Eddie Edwards, che risulta essere il film britannico del 2016 più redditizio in patria.[8]

Nel dicembre 2017 sostituisce il regista Bryan Singer sul set del film sui Queen Bohemian Rhapsody, dopo che questi aveva abbandonato la produzione a tre settimane dalla fine delle riprese.[9] Non potendo la Directors Guild of America accreditare entrambi i registi, a Fletcher viene concesso il titolo di produttore esecutivo.[10] Il film incassa più di 900 milioni di dollari nel mondo, divenendo il film biografico di maggior successo di sempre e conquistando una candidatura all'Oscar al miglior film.[11][12]

Nel 1997 ha sposato nella Cattedrale di Westminster la regista di cinema e teatro lituana Dalia Ibelhauptaitė, con cui aveva una relazione dal 1994.[5][13] Il suo testimone di nozze è stato l'amico e collega Alan Rickman.[1]

Fratello minore dell'attore Steve Fletcher,[5] aveva precedentemente avuto una relazione con l'attrice Julia Sawalha, con cui ha recitato in Press Gang.[5]

Filmografia parziale

[modifica | modifica wikitesto]

Video musicali

[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore

[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani

[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Dexter Fletcher è stato doppiato da:

Da doppiatore è sostituito da:

  1. ^ a b c (EN) Dexter Fletcher, su BBC Drama. URL consultato il 2 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2007).
  2. ^ a b c d e f g (EN) Alex Godfrey, Dexter Fletcher: ‘Alan Rickman gave so much to me. He was a real friend’, in The Guardian, 28 marzo 2016. URL consultato il 1º aprile 2018.
  3. ^ (EN) John Holmstrom, The Moving Picture Boy: An International Encyclopaedia from 1895 to 1995, Norwich, Michael Russell, 1996, pp. 358-360, ISBN 978-0-85955-178-6.
  4. ^ (EN) Dexter Fletcher answers your questions, The Times, 13 luglio 2004. URL consultato il 22 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2006).
  5. ^ a b c d e (EN) Jon Wise, Booze, drugs and women frenzy left me broke and homeless: now i'm living it up at the Hotel Babylon, in Daily Mirror, 18 febbraio 2007. URL consultato il 21 febbraio 2007.
  6. ^ (EN) Fame and fortune: Dexter Fletcher, The Telegraph, 24 febbraio 2008.
  7. ^ (EN) 66th BAFTA Awards page, su awards.bafta.org.
  8. ^ (EN) Eddie the Eagle, su Box Office Mojo. URL consultato il 4 luglio 2016.
  9. ^ (EN) Erin Nyren e Dave McNary, ‘Bohemian Rhapsody’ Producer Confirms Bryan Singer’s Reason for Leaving, Says ‘No One’ Was Attached to Play Mercury, su Variety, 19 gennaio 2019. URL consultato il 21 gennaio 2019.
  10. ^ a b Andrea Francesco Berni, Bohemian Rhapsody: Bryan Singer accreditato come solo e unico regista, su badtaste.it, 13 giugno 2018. URL consultato il 13 giugno 2018.
  11. ^ (EN) Bohemian Rhapsody (2018), su Box Office Mojo. URL consultato il 20 febbraio 2019.
  12. ^ (EN) Oscar Nominations 2019: The Complete List, su Variety, 22 gennaio 2019. URL consultato il 22 gennaio 2019.
  13. ^ (EN) Marriages England and Wales 1984–2005, su findmypast.com. URL consultato l'8 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2015).

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN59281702 · ISNI (EN0000 0001 1492 2602 · LCCN (ENnr00001110 · GND (DE134834003 · BNE (ESXX1398114 (data) · BNF (FRcb14014460v (data) · J9U (ENHE987007322189305171 · CONOR.SI (SL86535267