Dura madre

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Dura madre
Meningi del sistema nervoso centrale
Anatomia del Gray(EN) Pagina 872
Nome latinoDura mater
Localizzazione anatomicameningi
Identificatori
MeSHA08.186.566.395
TAA14.1.01.101 e A14.1.01.002
FMA9592

La dura madre (o pachimeninge)[1] è la più esterna e spessa – da cui il nome – delle tre meningi, le membrane che avvolgono il sistema nervoso centrale.[2] È prevalentemente acellulare, composta da fascicoli strettamente adesi di fibre collagene organizzate in lamine.

La dura madre riveste l'encefalo e il midollo spinale fino al sacro, dove si continua nel filo terminale. Si compone di due strati:

  • strato interno, o meningeo, che riveste le strutture nervose
  • strato esterno, o endosteo, che aderisce alle strutture ossee

Lungo il canale vertebrale la dura madre non è adesa alle vertebre e tra di esse si interpone lo spazio epidurale, ricco di vasi venosi ed adipe.

In genere i due strati della dura madre sono fusi, fatta eccezione per i punti nel cranio in cui lo strato meningeo si ripiega verso l'interno a formare i sepimenti della dura madre:

Questi possono essere rivestiti di endotelio ed accogliere al loro interno i seni durali, che drenano il sangue venoso di cervello ed ossa craniche e lo scaricano nella vena giugulare interna.[3]

Vascolarizzazione

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La dura madre è irrorata:

Nella fossa cranica anteriore la dura madre è innervata dai rami meningei dei nervi etmoidali e dai nervi meningeo medio e spinoso, rami rispettivamente della branca mascellare e mandibolare del nervo trigemino, che si distribuiscono anche alla fossa cranica media.

La porzione posteriore della falce cerebrale e il tentorio del cervelletto sono innervati dal nervo tentoriale, ramo del nervo oftalmico.

Nella fossa cranica posteriore la dura madre è innevata da rami meningei dei nervi cervicali superiori.[3]

  1. ^ Pachimeninge, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 15 maggio 2016.
  2. ^ Dura madre, in Dizionario di medicina, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. URL consultato il 15 maggio 2016.
  3. ^ a b c Anatomia del Gray, Vol. 1, 41ª edizione, Edra, ISBN 978-0-7020-5230-9.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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