Coordinate: 40°49′20.83″N 14°10′57.34″E

Edenlandia

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Edenlandia
Il castello di Lord Sheidon
SloganDivertimento per tutte le età
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàNapoli
Coordinate40°49′20.83″N 14°10′57.34″E
TemiVari
ProprietarioGcr Outsider Holding
Inaugurazione19 giugno 1965
Visitatori annui350.000 (2022)
Estensione40 000 m²
Sito webedenlandia.it

Edenlandia è un parco divertimenti di Napoli sito in viale Kennedy nel quartiere Fuorigrotta.

È stato il primo parco divertimenti italiano, in quanto la sua costruzione cominciò nel 1937, interrotta a causa della guerra e proseguita negli anni sessanta, con l'inaugurazione nel 1965.

Chiuso dal 2011 al 2013, nel 2014 il parco fu acquistato dalla società New Edenlandia, che lo riaprì al pubblico il 26 luglio 2018[1]. L'area racchiusa dal parco è di 40000 m²[2].

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Ipotesi sulla forma degli archi d'ingresso di Edenlandia
Gli archi d'ingresso di Edenlandia
La firma di Mussolini, che ne ispirò la forma

Il parco di divertimenti era parte di un progetto del periodo fascista come parco giochi all'interno della Mostra d'Oltremare. Gli archi che accolgono i visitatori all'entrata del parco erano, nel progetto, ispirati alle onde del mare, ma è diffusa la credenza che siano ispirati alla firma di Mussolini, riproposta in versione monumentale. Questi archi posti all'ingresso sono tra i simboli più identificativi del parco[3]. Durante la seconda guerra mondiale, il progetto di parco di divertimenti fascista venne abbandonato, dato che la Mostra venne prima severamente danneggiata dai bombardamenti Alleati e poi usata come accampamento militare.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Panoramica del parco nel 1965

Prima di Edenlandia, nella villa comunale di Napoli c'era solo un piccolo Luna Park con il trenino, l’autoscontro, l’autopista, le montagne russe, i dischi volanti e la ruota panoramica[4].

Anni 1960: l'apertura del parco[modifica | modifica wikitesto]

Il parco divertimenti aprì le porte il 19 giugno 1965[5][6] grazie all'impegno degli imprenditori Oreste Rossotto e Ciro De Pinto, e anche grazie all'avvocato Luca Grezio che era il legale della società. La planimetria del parco venne preparata da Oreste e da Luigi Falchero[7]. In particolare Edenlandia si deve alla progettualità di Cesare Rosa dalla cui penna sono nate le giostre Autopista del sole, Cascate del Niagara (i tronchi) ed altre attrattive. Successivamente è entrato nel gruppo di Edenlandia Luigi Fachero con mansioni di direttore. Edenlandia è il primo esperimento europeo di parco ispirato a quello nato 10 anni prima in California: Disneyland[8].

Anche il logo napoletano seguì la falsariga di quello americano: il carattere di scrittura scelto fu il carattere gotico ed il simbolo un castello. I colori designati a rappresentare il parco furono il giallo per la scritta Edenlandia e il colore blu per il castello. Il logo rimase invariato fino al 1990, quando attorno al castello fu aggiunta una corona di stelle, e la scritta fu rifatta a caratteri più pieni. Il castello raffigurato nel logo venne solo successivamente costruito al centro del parco (Castello di Lord Sheidon).

Anni 1970: attrattiva a livello internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni settanta il parco diventa un'attrattiva turistica a livello internazionale[9]. Le attrazioni sono relative a vari temi. Il nome Edenlandia venne scelto pensando a un luogo adatto a tutti, adulti e bambini[10]. La giostra di Dumbo viene donata dalla Disney negli anni settanta: prese il nome di Jumbo[11]. Non solo a livello di attrazioni come giostre, ma anche nella gastronomia l'Edenlandia conobbe un vero e proprio periodo d'oro: le graffe di Ciro De Pinto e di sua moglie Annunziata Capozzi erano conosciute in tutta la città[12].

Nel 1975 apre Gardaland, che a metà degli anni ottanta è il parco divertimenti italiano più famoso[13], che offre più di 500 mila m² contro i 38 mila di Edenlandia.

Anni 1980 e 1990: il calo di pubblico[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni ottanta e novanta il pubblico di Edenlandia calò sensibilmente, a causa della concorrenza degli altri parchi divertimento, più grandi e moderni, tra cui Mirabilandia, inaugurato al pubblico nell'estate del 1992.

In alto da sinistra in senso orario: Vecchia America, Tronchi, Galeone ed Autopista (1965)

Anni 2000: la nuova gestione della società Park&Leisure[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2003 la società Park&Leisure, gestita da Cesare Falchero, prese in gestione il parco, lo zoo e l'ex cinodromo di Napoli. Nel maggio 2008 la società lanciò su internet un video spot per rilanciare il parco[14]. L'emorragia di pubblico, già iniziata negli ultimi decenni del secolo precedente, diventa inarrestabile.

Anni 2010: il fallimento e la chiusura del parco[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2010 vengono aggiunte nuove attrazioni al parco[15], le ultime prima del fallimento.

Il 7 ottobre 2011 il comune, con la Mostra d'Oltremare proprietaria del terreno nel quale sorge il parco, annunciano che nei mesi successivi lanceranno un bando internazionale per salvare il parco dal fallimento e creare un parco di nuova concezione[16]. Il 13 ottobre 2011 arriva la richiesta di fallimento[17] da parte della Mostra d'Oltremare alla società "Park and Leisure" che gestiva il parco dal 2003, con alle spalle un debito di 13 milioni di euro[18]. Il 21 novembre 2011 il tribunale decreta la prosecuzione delle attività sino al 31 maggio 2012[19]. la struttura che comprende Edenlandia, lo zoo di Napoli e l'ex cinodromo viene messa a disposizione da Mostra d'Oltremare con un bando internazionale del 24 maggio 2012[20]. Il 28 novembre 2012 la Brain's Park, società con sede a Londra e specializzata in parchi tematici, che manifestò interesse per l'acquisto di Edenlandia, garantendo anche il futuro dei 70 lavoratori[21], vinse il bando. Il parco venne chiuso per consentire l'inizio dei lavori il 31 gennaio 2013[22]. Il 23 marzo 2013 l'investitore rinunciò a causa di problemi burocratici e per la presenza di strutture abusive all'interno del parco: i dipendenti vennero messi in cassa integrazione[23].

Anni 2014 - 2024[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 settembre 2014 il parco venne preso in gestione dalla società New Edenlandia, con la promessa di riapertura per l'estate del 2015[24]. Il 23 novembre 2017 il parco fu preso in gestione dalla Gcr Outsider Holding del gruppo Vorzillo[25], già titolare, dei marchi Roberta Biagi e Best Company Outlet[26]. Dal 26 luglio 2018 il parco fu riaperto al pubblico[27][28].

A febbraio 2024 Francesco Esposito, fu nominato amministratore unico di Edenlandia da Gianluca Vorzillo, presidente della Tanis srl, la holding che si occupa sia del parco di Fuorigrotta che di Acqua Flash[29].

Posizione e collegamenti[modifica | modifica wikitesto]

Il parco è situato nel quartiere di Fuorigrotta, si trova nei pressi della Mostra d'Oltremare e dello stadio Diego Armando Maradona di Napoli. La struttura è raggiungibile oltre che dalle svariate fermate d'autobus, dalla ferrovia Cumana grazie alla Stazione di Zoo-Edenlandia o alla stazione di Napoli Cavalleggeri d'Aosta della Linea 2.

Incidenti mortali[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 4 aprile 1989, una bambina di sette anni, dopo essersi alzata in piedi durante la corsa della giostra, cadde da una delle astronavi di Guerre Stellari, perdendo la vita[30].
  • Il 14 aprile 2000, un operaio, a seguito di un malore, piombò giù da un'altezza di circa otto metri, durante le operazioni di smontaggio dell'attrazione Mont Blanc, le montagne russe[31].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Edenlandia, c'è l'accordo per il rilancio e la riqualificazione, in La Repubblica, 29 settembre 2014. URL consultato il 29 giugno 2021.
  2. ^ Edenlandia, su www.parchionline.it. URL consultato il 20 marzo 2023.
  3. ^ Federico Quagliuolo, La firma di Mussolini nella storia dell’Edenlandia, su storienapoli.it, 15 gennaio 2016. URL consultato il 21 marzo 2018.
  4. ^ C'era una volta l'Edenlandia, ecco le foto degli anni '60: scoprire Napoli, su Napoli da Vivere, 31 agosto 2012. URL consultato il 18 gennaio 2021.
  5. ^ La prima Edenlandia realizzata in sei mesi, Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 marzo 2018.
  6. ^ Con atto del 18/12/1964 venne costituita la s.r.l. O.S.A.I. (Organizzazione Spettacoli Attrazioni Internazionali) con sede in Napoli alla Via Domitiana, società che venne iscritta presso il Tribunale di Napoli al n. 24 del 1965. Detta società fu costituita per ottenere dall'Ente Mostra d'oltremare la concessione del terreno per l'allestimento di un parco di divertimenti fisso, concessione ottenuta per 9 anni.
  7. ^ La prima Edenlandia realizzata in sei mesi - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 6 maggio 2020.
  8. ^ Chiara Cepollaro, Oreste Rossotto, papà di Edenlandia, su Vesuvio Live, 16 settembre 2016. URL consultato il 18 settembre 2020.
  9. ^ Napoli fa i conti con i tagli, in Il Sole 24 ORE, 26 maggio 2012.
  10. ^ Edenlandia - Mostra d'Oltremare di Napoli, su MostradOltremare.it. URL consultato il 26 marzo 2018.
  11. ^ La storia della giostra Dumbo di Edenlandia, donata dalla Disney al parco giochi di Napoli, su Napoli Fanpage. URL consultato il 18 gennaio 2021.
  12. ^ Graffe napoletane, le classiche graffe dell'Edenlandia!, su sciué sciué, 26 luglio 2019. URL consultato il 9 febbraio 2024.
  13. ^ Storia del Parco | Focus | Gardaland, su theParks.it. URL consultato il 28 settembre 2016.
  14. ^ FERDINANDO ABBRI, ALLEN G. DEBUS, Paracelso e la tradizione paracelsiana, Napoli, La Città del Sole, 1996, 126 pp., in Nuncius, vol. 12, n. 1, 1997, p. 239, DOI:10.1163/182539197x00555. URL consultato il 5 maggio 2020.
  15. ^ Edenlandia si rinnova ecco le nuove attrazioni, in La Repubblica, Napoli, 12 aprile 2010. URL consultato il 25 aprile 2018.
  16. ^ Marco Li Calzi, Matematica e cultura in Europa, Springer-Verlag, pp. 189-206, ISBN 88-470-0346-6. URL consultato il 5 maggio 2020.
  17. ^ Drusiana Vetrano, Edenlandia: “montagne russe” sulla pelle dei lavoratori, su identitainsorgenti.com, 3 agosto 2015. URL consultato l'11 agosto 2016.
  18. ^ Deborah Begali, Edenlandia. Fallisce la società che detiene il parco, su theParks.it, 14 ottobre 2011.
  19. ^ (EN) Edenlandia e zoo, il privato che avanza, in Napoli Monitor. URL consultato il 23 aprile 2018.
  20. ^ Paolo Grassi, «Edenlandia, molto presto il bando. Gli animali dello zoo? A Roma», in Corriere del Mezzogiorno, 14 ottobre 2011. URL consultato il 5 settembre 2016.
  21. ^ Edenlandia e zool'offerta inglese, su la Repubblica, 28 novembre 2012. URL consultato il 15 gennaio 2021.
  22. ^ Edenlandia e Zoo, accordo sul canone. Il Comune: «Li abbiamo salvati», in Corriere del Mezzogiorno, 25 gennaio 2013. URL consultato il 5 settembre 2016.
  23. ^ Edenlandia, è notte fonda: arrivano i licenziamenti, scatta la protesta, in Corriere del Mezzogiorno, 21 marzo 2013. URL consultato il 5 settembre 2016.
  24. ^ L'Edenlandia riaprirà per l'estate 2015, su Napoli da Vivere, 30 settembre 2014. URL consultato il 28 giugno 2021.
  25. ^ Apertura Edenlandia: in primavera il nuovo parco, presentato il progetto, su Voce di Napoli, 22 gennaio 2018. URL consultato il 14 marzo 2023.
  26. ^ Edenlandia, cambio di guardia nella proprietà: società acquisita da GCR Outsider Holding, su Napoli Fanpage. URL consultato il 10 marzo 2023.
  27. ^ Pietro Leoncelli, Grande festa e affluenza all’inaugurazione di Edenlandia - Quotidiano Napoli, su quotidianonapoli.it, 26 luglio 2018. URL consultato il 10 marzo 2023.
  28. ^ Riapre Edenlandia, il 25 luglio inaugurazione e 26 luglio apertura al pubblico, su Napoli Fanpage. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  29. ^ Vecchia America, tronchi e cinodromo: così cambia l'Edenlandia, su NapoliToday. URL consultato il 1º maggio 2024.
  30. ^ Napoli, cade dalla giostra e perde la vita a sette anni, in La Repubblica, 4 aprile 1989. URL consultato il 21 luglio 2022.
  31. ^ Irene De Arcangelis, Edenlandia, precipita dalle montagne russe, in La Repubblica, 14 aprile 2000. URL consultato il 21 luglio 2022.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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