Ezio Gamba

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Ezio Gamba
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Russia Russia
Altezza175 cm
Peso70 kg
Judo
CategoriaPesi leggeri
SocietàCarabinieri
Palmarès
 Olimpiadi
OroMosca 1980
ArgentoLos Angeles 1984
 Mondiali
ArgentoMadrid 1976
ArgentoParigi 1979
ArgentoMosca 1983
 Europei
OroRostock 1982
ArgentoBerlino 1977
ArgentoMiskolc 1978
ArgentoBruxelles 1979
ArgentoParigi 1983
BronzoBelgrado 1986
 

Ezio Gamba (Brescia, 2 dicembre 1958) è un ex judoka, dirigente sportivo e maestro di judo italiano naturalizzato russo. È stato segretario generale dell'European Judo Union.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Judoka[modifica | modifica wikitesto]

Atleta della Società Forza e Costanza di Brescia, storica fondazione polisportiva, dapprima insieme al fratello Sergio sotto la guida del noto maestro Bernardini Mario (già istruttore dell'Accademia del Corpo di Guardie di P.S)[1], poi dal 1970 allievo prediletto del maestro Franco Capelletti[2], che col maestro giapponese Masami Matsushita fa della palestra di piazzetta Sant'Alessandro un riferimento per tutto il judo nazionale.

La nazionale italiana di judo nel 1976

Nel 1975 Gamba viene chiamato a far parte di una ristretta rosa di giovani judoka e fa la conoscenza del judoka Nicola Angelo Fetto dopo essere stato convocato perennemente presso il Centro di Preparazione Olimpica di Roma, istituito dal Presidente avv. Augusto Ceracchini nella sede dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo, sotto la guida del M° Masami Matsushita. Rappresenta la Nazionale italiana di judo in quattro edizioni dei Giochi olimpici estivi: Montréal 1976, Mosca 1980, Los Angeles 1984, Seoul 1988. Nella prima si classifica settimo. A causa del boicottaggio del blocco occidentale, Gamba, esortato da Bernardini, per poter liberamente partecipare ai Giochi di Mosca chiede ed ottiene il congedo dall'Arma dei Carabinieri del cui Gruppo Sportivo era effettivo. A Mosca vince l'oro nella categoria maschile dei pesi leggeri (71 kg), battendo in finale il britannico Neil Adams; a Los Angeles conquista la medaglia d'argento nella stessa categoria, sconfitto dal sudcoreano Ahn Byeong-Keun.

Gamba vince i Campionati Europei di judo a Rostock nel 1982. Ottiene inoltre due secondi posti ai campionati mondiali di judo e due secondi posti più un terzo posto ai campionati europei di judo.

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'attività agonistica, smessa nel 1988 dopo Seoul, Gamba è allenatore della nazionale italiana di judo fino al 2004. Diventa quindi responsabile tecnico del Judo nella Federazione Africana di Arti Marziali per circa un anno[3].

Nel 2009 si trasferisce in Russia, dove è allenatore della nazionale di judo[4]; nel 2010 insignito del premio di miglior allenatore europeo dell'anno.

Nell'estate 2013 insieme a Franco Cappelletti entra a far parte della Hall of Fame della disciplina, evento celebrato con una serata di gala a Rio de Janeiro[5][6].

Il giorno 8 gennaio 2016, per quanto fatto in Russia (sotto la guida di Gamba, infatti, a Londra sono arrivati i primi ori olimpici del judo russo), riceve direttamente dalle mani di Vladimir Putin, in conferenza stampa, il passaporto russo. Putin, riporta l'agenzia Tass, ha rivelato che era stato lo stesso Gamba a esprimere il desiderio di diventare cittadino russo: non è un segreto nell'ambiente del judo il fatto che in più occasioni Gamba abbia allenato il leader russo, di cui è nota la passione per le arti marziali, maturata anche a seguito dei pregressi incarichi in agenzie governative sovietiche.

È stato segretario generale dell'European Judo Union. Si è dimesso nel marzo 2022, dopo che la Russia ha invaso militarmente l'Ucraina.[7]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Collare d'oro al merito sportivo - nastrino per uniforme ordinaria
— 15 dicembre 2015[8]

Onorificenze russe[modifica | modifica wikitesto]

Ordine dell'Amicizia - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il suo grande contributo allo sviluppo dello sport nella Federazione Russa»
— 1º giugno 2013[9]
Ordine d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
«Per avere allenato con successo gli atleti che hanno raggiunto alti risultati sportivi ai Giochi della XXXI Olimpiade nel 2016 nella città di Rio de Janeiro (Brasile)»
— 18 maggio 2017[10]
Ordine di Aleksandr Nevskij - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il suo contributo allo sviluppo della cultura fisica e alla divulgazione degli sport nazionali»
— 12 ottobre 2022[11]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ JUDO - Enciclopedia Bresciana, su enciclopediabresciana.it. URL consultato il 30 luglio 2018.
  2. ^ How Ezio became Gamba?, su lespritdujudo.com (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2017).
  3. ^ A colloquio con lo Zar, su italiajudo.com, 12 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2013).
  4. ^ Carlos Passerini, Cervello (e muscoli) in fuga Gamba, lo zar del tatami, su brescia.corriere.it, 12 dicembre 2012. URL consultato il 3 agosto 2014.
  5. ^ Due judoka bresciani dalla Russia alla Hall of fame, su quibrescia.it. URL consultato il 30 luglio 2018.
  6. ^ Capelletti, l'oro del Giappone, su bresciaoggi.it. URL consultato il 30 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2018).
  7. ^ Conflitto Ucraina, Gamba si dimette dall'EJU: "Non posso accettare che il mondo del judo si divida", su La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 10 marzo 2022.
  8. ^ Collari d'oro 2015, su coni.it. URL consultato il 27 dicembre 2018.
  9. ^ (RU) Decreto del Presidente della Federazione Russa del 1º giugno 2013 n. 525 "Sul conferimento dell'Ordine dell'amicizia a cittadini stranieri", su pravo.gov.ru. URL consultato il 4 luglio 2023.
  10. ^ (RU) Decreto del Presidente della Federazione Russa del 18 maggio 2017 n. 215 "Sull'assegnazione di riconoscimenti statali della Federazione Russa", su publication.pravo.gov.ru. URL consultato il 4 luglio 2023.
  11. ^ (RU) Decreto del Presidente della Federazione Russa del 12 ottobre 2022 n. 732 "Sull'assegnazione di riconoscimenti statali della Federazione Russa", su publication.pravo.gov.ru. URL consultato il 4 luglio 2023.
  12. ^ Inaugurata la Walk of Fame: 100 targhe per celebrare le leggende dello sport italiano, su coni.it. URL consultato il 20 dicembre 2017.
  13. ^ 100 leggende Coni (PDF), su coni.it. URL consultato il 20 dicembre 2017.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]