Gardekorps

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La Garde Stern ("Stella dell'Aquila Nera"), il distintivo della Guardia ripreso dalla decorazione dell'Ordine prussiano dell'Aquila Nera.

Al Gardekorps (Corpo d'armata della Guardia) fino al 1918 sottostavano tutte le unità della Guardia in forza all'Esercito prussiano.

Reparti scelti, reclutati tra personale dotato di eccellenti requisiti fisici, sottoposti ad una rigida disciplina e ad un rigoroso addestramento, le unità della "Guardia reale prussiana" (create praticamente insieme alla nascita del Regno di Prussia nel 1640, come forza armata a disposizione del sovrano) erano le formazioni più prestigiose e temute dell'Esercito prussiano, protagoniste di innumerevoli battaglie durante le guerre di Federico II, le Guerre napoleoniche, le guerre per l'unificazione tedesca (si distinsero particolarmente a Sadowa, Gravelotte e Sedan).

Vennero coinvolte nell'immenso massacro della prima guerra mondiale subendo pesanti perdite soprattutto sul fronte occidentale (battaglia di Charleroi, battaglia di San Quintino e soprattutto prima battaglia della Marna, dove la Guardia venne respinta nei famosi combattimenti del Marais de Saint-Gond contro l'armata del generale Ferdinand Foch).

La Guardia prussiana venne sciolta con la fine del II Reich e del Regno di Prussia dopo la sconfitta del 1918.

Storia e composizione

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Le unità del Gardekorps - con l'eccezione del 4º Reggimento granatieri guardie "Regina Augusta",di stanza a Coblenza - erano di guarnigione nella capitale Berlino, a Potsdam e nelle altre città dell'area di Berlino[1].

Capo dei due reggimenti più prestigiosi - il 1º Reggimento Guardie a piedi e il Reggimento Guardie - fu sempre il re di Prussia.

Il Gardekorps aveva alla proprie dipendenze due (1. - 2.) divisioni di fanteria con complessivamente cinque brigate di fanteria e due d'artiglieria, il Divisione di Cavalleria della Guardia divisa in quattro brigate, poi due brigate di artiglieria della Guardia, una brigata per il trasporto ferroviario e altre brigate miste.
In tutto, il Gardekorps comprendeva le seguenti unità:

Inoltre, subordinati al Corpo della Guardia:

Lo stemma comune per tutte le truppe della Guardia era la "Stella della Guardia", e sull'uniforme le Gardelitzen, usate poi dal 1918 come ornamento nel colletto della giubba in tutto l'esercito tedesco, e ancora oggi in uso nella Bundeswehr.

Kommandierender General (Comandanti generali) Durata del comando
Carlo Federico Augusto di Meclemburgo-Strelitz 1816 - 1825
Guglielmo Federico Luigi di Prussia 1825 - 1843
Moritz Karl Ernst von Prittwitz 1843 - 1853
Karl von der Gröben 1853 - 1858
Augusto di Württemberg 1858 - 1878
Vacante 1878 - 1884
Alexander August Wilhelm von Pape 1884 - 1888
Oskar von Meerscheidt-Hüllessem 1888 - 1893
Vacante 1893 - 1897
Max von Bock und Polach 1897 - 1902
Gustav von Kessel 1902 - 1914
Karl von Plettenberg 1914 - 1917
Ferdinand von Quast 1917
Alfred zu Dohna-Schlobitten 1917
Alfred von Böckmann dal novembre 1917 alla fine della guerra
  • Rangliste des aktiven Dienststandes der Königlich Preußischen Armee und des XIII. (Königlich Württembergischen) Armeekorps. Mit Dienstalterslisten der Generale und der Stabsoffiziere, einem Anhange enthaltend das Reichsmilitärgericht, die Marine-Infanterie, die Kaiserlichen Schutztruppen und die Gendarmerie-Brigade in Elsaß-Lothringen und einer Anlage enthaltend die Bezirkskommandos I bis VI Berlin. Nach dem Stande vom 6. Oktober 1912. Auf Befehl Seiner Majestät des Kaisers und Königs. (Classifica dello stato di servizio attivo nell'esercito prussiano e del XIII Corpo d'Armata)
    Redatto dal: Kriegsministerium (Ministero della Guerra), Geheime Kriegs-Kanzlei. Berlino, Ernst Siegfried Mittler und Sohn, 1912.
  1. ^ Le città di Schöneberg, Neukölln, Charlottenburg e Spandau, più diversi villaggi e comuni rurali che nel 1920 furono inglobate nel comune di Berlino (Grande Berlino), la cui difesa fino alla seconda guerra mondiale venne assunta dall'Ispettorato dell'Esercito.
  • Eike Mohr: Bibliographie zur Heeres- und Truppengeschichte des Deutschen Reiches und seiner Länder 1806 bis 1933. Ed. Bissendorf 2004.

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