Intossicazione acuta da acqua

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Intossicazione da acqua
Molecola di acqua
Specialitàendocrinologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM276.69
ICD-10E87.7
MeSHD014869
Sinonimi
Avvelenamento da acqua

L'intossicazione acuta da acqua, chiamata anche avvelenamento da acqua, è una condizione clinica caratterizzata da iperidratazione con grave iponatriemia, conseguente a una massiccia assunzione di acqua per via orale o parenterale o a una sua ridotta escrezione[1].

Si distingue dall'intossicazione cronica che ha un'eziologia particolare e può derivare da sindrome da inappropriata secrezione di ADH (SIADH), dall'abuso di farmaci antidiuretici, da carenza di glucocorticoidi, da nefropatie croniche, da mixedema o da grave deplezione di potassio.

Normalmente, nella fisiologia delle persone si manifesta un equilibrio delicato fra la quantità d'acqua che necessita al corpo e quella ingerita. Quando la quantità d'acqua supera certe soglie l'equilibrio elettrolitico viene a degenerarsi, questo comporta una rapida diminuzione della concentrazione del sodio e può avere gravi conseguenze fino anche al decesso.

Sono stati riportati decessi per assunzioni maggiori di 5 litri di acqua in poche ore (nella maggioranza di casi si trattava di 10-20 litri). Studi successivi calcolano che il limite di assunzione sicura di liquidi è 1-1,5 litro per ora.[2]

Per quanto riguarda il rapporto del sodio, l'intossicazione si mostra quando scende sotto i valori di 110-120 mmol/litro, sintomi più severi quando i livelli scendono sotto i 90–105 mmol/litro.[3]

Oltre che per ingestione dell'acqua, l'intossicazione può insorgere anche per un'anomalia del funzionamento dell'ormone antidiuretico.[4] Non è presente edema.

Uno stato di intossicazione da acqua può manifestarsi:

  • Nella correzione rapida dell'ipovolemia acuta.
  • Nello stadio postoperatorio precoce.
  • Come conseguenza dell'uso di farmaci con azione ADH-simile.
  • In caso di polidipsia psicogena o SIWI (dall'acronimo in lingua inglese self induced water intoxication).
  • Nel neonato in caso di eccessiva diluizione del latte in polvere in termini di proporzione con la massa corporea del bambino[senza fonte].
  • In caso di errata idratazione durante l'attività sportiva, soprattutto nel caso di sport estremi in cui avvengono eccessivi scambi idrici.
  • In caso di clisteri ripetuti non tamponati con sale o altri preparati che riducano l'assorbimento intestinale.

Causa nausea, vomito, coma[5] e nei casi gravi, la morte. Può causare vari disturbi mentali, come allucinazioni, confusione, perdita del senso dell'orientamento. Può essere necessaria una diagnosi differenziale dalla schizofrenia.[6] Raro è il manifestarsi della rabdomiolisi.[7]

La terapia prevede il divieto di assumere ulteriori liquidi fino alla completa normalizzazione del bilancio idrico anche se l'utilizzo di diuretici, quali la furosemide, può facilitare tale processo.

  1. ^ Ophir E, Solt I, Odeh M, Bornstein J., Water intoxication-a dangerous condition in labor and delivery rooms, in Obstet Gynecol Surv., vol. 62, novembre 2007, pp. 731-738.
  2. ^ Gardner JW., Death by water intoxication., in Mil Med., vol. 167, maggio 2002, pp. 432-434.
  3. ^ D J Farrell, Bower, Fatal water intoxication, in J Clin Pathol., ottobre 2003.
  4. ^ Douglas M. Anderson, A. Elliot Michelle, Mosby's medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione pag 791, New York, Piccin, 2004, ISBN 88-299-1716-8.
  5. ^ M T Kluger, S M Szekely, R J Singleton, S C Helps, Crisis management during anaesthesia: water intoxication, in Qual Saf Health Care, 2005.
  6. ^ Cosgray RE, Hanna V, Davidhizar RE, Smith J., The water-intoxicated patient., in Arch Psychiatr Nurs.., vol. 4, ottobre 1990, pp. 308-312..
  7. ^ Morita S, Inokuchi S, Yamamoto R, Inoue S, Tamura K, Ohama S, Nakagawa Y, Yamamoto I., Risk Factors for Rhabdomyolysis in Self-Induced Water Intoxication (SIWI) Patients., in J Emerg Med., aprile 2008.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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