Metalessi

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La metalessi o metalepsi (dal greco μετάληψις, «trasposizione») è una figura retorica molto rara che consiste in un particolare tipo di metonimia in cui il termine proprio è sostituito non con il suo traslato immediato, ma attraverso una o più metafore intermedie.

Secondo Lausberg è una manifestazione della sinonimia e consiste precisamente nell'utilizzare un sinonimo come tropo[1]: nel fare, cioè, una trasposizione di significato, tale da produrre un'improprietà contestuale[2].

Secondo altri, invece, la metalessi è quel fatto retorico che si ha quando, per comprendere il senso o il significato di quanto è detto o scritto, bisogna passare attraverso uno o più anelli intermedi che vengono omessi:

Quella donna ha passato molte primavere" > primavere = "stagioni" = anni

La metalepsi, rispetto ad un gruppo di parole, può aversi tramite l'utilizzo di una constatazione di fatto per intendere un giudizio di valore:

"Lei dimentica quanto le è stato dato" = "lei non è riconoscente"

Più in generale, la sostituzione può avvenire anche con altre figure retoriche come la litote, l'allusione, l'ironia.

Esempio
post aliquot aristas[3]

Questa espressione ha il senso di «dopo alcuni anni»: «arista» significa "resta" (di grano). Da "resta" si passa a "spiga", a "grano", a "raccolto", a "estate" ad "anno" attraverso una serie di relazioni sineddochiche (la "resta" è parte della "spiga", e la "spiga" è parte del "grano"; l'"estate" è parte dell'"anno") e metonimiche ("grano" / "raccolto" / "estate")[2].

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Collegamenti esterni

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