Utente:Montag313/HarenariumMOR

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Morsimos padre di Philocles (Filocles), nonno di Astidamante il Vecchio (in greco antico: ?, Μόρσιμος ("Mòrsimos")); Atene, ... – ...; fl. IV secolo a.C. (in.) è stato un drammaturgo greco antico; fu anche oftalmologo[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Premessa: una famiglia di eroi e professionisti del teatro[modifica | modifica wikitesto]

Nel lessico enciclopedico Suda, quando si fa menzione di due drammaturghi di nome Ἀστυδάμας (Astydamas), padre e figlio omonimi,[2][3] distinti l'uno dall'indicazione «ὁ πρεσβύτης» (il Vecchio), l'altro da «ὁ νέος» (il Giovane),[4] viene riferita la diretta ascendenza del più anziano fra i due, nominandone il padre Morsimo e il nonno Filocle, entrambi "tragediografi":
«Ἀστυδάμας, ὁ πρεσβύτης, υἱὸς Μορσίμου τοῦ Φιλοκλέους, τραγικῶν ἀμφοτέρων, Ἀθηναῖος, τραγικός. ἔγραψε τραγῳδίας σμ΄, ἐνίκησε ιε΄. ἀκροασάμενος δὲ ἦν Ἰσοκράτους καὶ ἐτράπη ἐπὶ τραγῳδίαν».
«Astidamante il vecchio, figlio di Morsimo [a sua volta figlio] di Filocle, entrambi poeti tragici; ateniese, tragediografo. Scrisse 240 tragedie, vinse 15 volte. Fu uditore di Isocrate e si volse alla tragedia».

Incrociando testimonianze e dati relativi ai personaggi citati, e confrontandosi indi su diverse proposte filologiche, gli studiosi notano che la Suda testimonia da parte sua che l'interesse della tradizione antica è particolarmente orientato a rilevare che ci fosse stata una linea di trasmissione di padre in figlio della drammaturgia, τέχνη (téchne), arte e professione insieme, che aveva coinvolto per generazioni la famiglia di Eschilo, dunque fortemente connessa con il teatro e la relativa produzione artistica.

Di Eschilo,[5] guerriero e autore illustre, grazie al quale la tragedia greca assunse la propria formulazione più matura, sono noti altresì i nomi dei fratelli e della sorella: un suo fratello più giovane era quell'Ἀμεινίας (Ameinìas, Aminias), comandante di trireme[6] che secondo Diodoro Siculo speronò la nave ammiraglia dei Persiani a Salamina, eliminando il comandante della flotta persiana, e diede così inizio alla battaglia;[7] un altro fratello era Cinègiro (Κυναίγειρος: Kynàigeiros), che si era distinto nella battaglia di Maratona; Eschilo aveva inoltre una sorella di nome Φιλοπαθώ (Philopathò).
Da quest'ultima (e da un Polypèithes[8]), nacque il poeta tragico Φιλοκλῆς (Filocle) contemporaneo di Sofocle: noto, infatti, non di meno per aver scalzato dal primo posto nella competizione ateniese proprio l'Edipo re sofocleo;[9] e da questi Μόρσιμος (Morsimo), anch'egli drammaturgo, padre di Astydamas.

Ancora da Suda,[8] Philocles è citato per esser detto "Bile" o l'"Acre", per la sua asprezza, e quale autore di un centinaio di tragedie, tra cui «Erigone, Nauplios, Oedipus, Oineus, Priam, Penelope, Philoktetes».[8]

Ugualmente ne è attestato il figlio, Morsimos appunto,[8] un drammaturgo assai meno quotato (e forse meno dotato) degli altri di famiglia.[10]
Spesso, difatti, è proprio Morsimo a comparire in versi di Aristofane che ne sbeffeggiano e spregiano i lavori.[11]

La linea di discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la stessa voce della Suda, dunque, da Filocle nipote di Eschilo nacque il qui trattato Morsimo; questi ebbe un figlio, Astydamas, che viene distinto quale "Astidamante il Vecchio"; figli di quest'ultimo furono un altro Philokles, anch'egli tragediografo, e il citato Astidamante il Giovane, ugualmente poeta tragico.[8][12]


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Oxford Classical Dictionary (4 ed.) s.v. Morsimus, su oxfordreference.com, 2012. URL consultato il 20 maggio 2024.
  2. ^ L'omonimia tra gli Astydamas (Astidamante), la (relativa) vicinanza di epoca in cui i due vissero, il carattere frammentario di quanto tràdito, hanno creato parecchie sovrapposizioni e confusioni almeno tra i primi due drammaturghi dello stesso nome (ve n'è anche un terzo), sia nelle fonti antiche che, consequenzialmente, nelle moderne. Astydamas, su oxfordreference.com. URL consultato il 24 aprile 2024..
    In proposito, è stata presentata altresì una sequela, nel tempo, di proposte adeguate, ardite, o discutibili, ma comunque di rilevanza filologica: Laura Carrara, Valerio Pacelli, Astidamante di Atene. Testimonianze e frammenti, in Lexis, 38 n.s.,f2, 2020. URL consultato il 25 aprile 2024. e Laura Carrara, Valerio Pacelli, Astidamante di Atene. Testimonianze e frammenti (PDF), su edizionicafoscari.unive.it. URL consultato il 25 aprile 2024., che recensisce: Valerio Pacelli (a cura di), Astidamante di Atene. Testimonianze e frammenti, Tivoli, Tored, 2020, ISBN 9788899846398. URL consultato il 25 aprile 2024.
  3. ^ J.M. Edmonds (a cura di), Elegy and Iambus, Volume II, su perseus.tufts.edu. URL consultato il 24 aprile 2024.
  4. ^ Sud. [4264]-[4265].
    [4264] «Ἀστυδάμας, ὁ πρεσβύτης, υἱὸς Μορσίμου τοῦ Φιλοκλέους, τραγικῶν ἀμφοτέρων, Ἀθηναῖος, τραγικός. ἔγραψε τραγῳδίας σμ΄, ἐνίκησε ιε΄. ἀκροασάμενος δὲ ἦν Ἰσοκράτους καὶ ἐτράπη ἐπὶ τραγῳδίαν».
    [4265] «Ἀστυδάμας, ὁ νέος, υἱὸς τοῦ προτέρου, τραγικὸς καὶ αὐτός. δράματα αὐτοῦ Ἡρακλῆς Σατυρικὸς, Ἐπίγονοι, Αἴας μαινόμενος, Βελλεροφόντης, Τυρὼ, Ἀλκμήνη, Φοῖνιξ, Παλαμήδης».
  5. ^ Andrea Barbieri, In margine ad Astydam. fr. 4 Sn.-K. (PDF), in Eikasmos, XIII, Patron, 2002, ISSN 1121-8819 (WC · ACNP). URL consultato il 25 aprile 2024.. Barbieri cita anche, in nota, la testimonianza di uno stemma familiae.
  6. ^ Di lui danno notizia sia Erodoto (hist. VIII, 84, 93) sia Plutarco (Themistocl. 14).
  7. ^ 11,27: Diodorus Siculus, Library: Diod. 11,27, su perseus.tufts.edu. URL consultato il 16 aprile 2024.
  8. ^ a b c d e suda on line phi,378 Φιλοκλη̂ς, su cs.uky.edu. URL consultato il 15 aprile 2024.; suda on line phi,378 Φιλοκλη̂ς, su topostext.org. URL consultato il 15 aprile 2024.
  9. ^ Fabio Turato, Edipo figlio della fortuna (PDF), su sbn.regione.veneto.it. URL consultato il 16 aprile 2024. ; (EN) E. Christian Kopff, Ancient Greek Authors, Detroit, Gale, 1997, ISBN 978-0-8103-9939-6. URL consultato il 16 aprile 2024.; Helaine Smith, Masterpieces of Classic Greek Drama, Greenwood, 2005, ISBN 978-0-313-33268-5.|url=https://archive.org/details/masterpiecesclas00smit%7Curl-access=limited/%7Cp=1
  10. ^ Ancora nella Suda vd. (gamma) γ 392 s.v. Γοργόνη (Gorgone): gam.392  Γοργόνη, su topostext.org. URL consultato il 18 aprile 2024.
  11. ^ De equitandi ratione 401; Pax 802; Ranae 151: p.es. appunto in Rane 151, tra malfattori condannati nell’Ade, rei di abomini di varia natura, non è presente Morsimo ma addirittura uno che su un taglio di papiro ne ha copiato una tirata discorsiva (rhésis):
    vv. 145–151:
    (Διόνυσος)
    «μή μ᾽ ἔκπληττε μηδὲ δειμάτου:
    οὐ γάρ μ᾽ ἀποτρέψεις.»
    (Ἡρακλῆς)
    «εἶτα βόρβορον πολὺν
    καὶ σκῶρ ἀείνων: ἐν δὲ τούτῳ κειμένους,
    εἴ που ξένον τις ἠδίκησε πώποτε,
    ἢ παῖδα κινῶν τἀργύριον ὑφείλετο,
    ἢ μητέρ᾽ ἠλόασεν, ἢ πατρὸς γνάθον
    ἐπάταξεν, ἢ 'πίορκον ὅρκον ὤμοσεν,
    ἢ Μορσίμου τις ῥῆσιν ἐξεγράψατο..»
    (DIONISO): «Non sgomentarmi, non farmi paura: / tanto, non mi rimuovi!»
    (ERCOLE): «E dopo, tanto / fango, e sterco perenne: e, immersi in quello, / chi fece oltraggio all'ospite, o fotté / un ragazzetto, e poi non lo pagò, / o malmenò la madre, o su la guancia / percosse il padre, o franse un giuramento... / E ci dovrebbe stare, oltre a codesti, / chi una pirrica apprese di Cinesia,
    o una tirata ricopiò di Mòrsimo
    (ELEN) Aristophanes, Aristophanes Comoediae, a cura di F.W. Hall and W.M. Geldart, Oxford, Clarendon Press, 1907. URL consultato il 18 aprile 2024.; traduzione di Ettore Romagnoli: LE RANE di Aristòfane. traduzione di Ettore Romagnoli (PDF), su professoressaorru.files.wordpress.com. URL consultato il 18 aprile 2024.
  12. ^ (DEIT) Albin Lesky, Die tragische Dichtung der Hellenen, Gottingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1956. URL consultato il 19 aprile 2024., (DEIT) Albin Lesky, Die tragische Dichtung der Hellenen, Gottingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1956. URL consultato il 19 aprile 2024.


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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